ALBANIA CASA MIA
di e con ALEKSANDROS MEMETAJ
per la rassegna TeatroinGalleria
in collaborazione con il Teatro Elicantropo
22 e 23 febbraio alle 19.00
NOTE DI REGIA
“Albania casa mia” è un testo divertente e commovente di un giovane attore e autore di 24 anni . Ho incontrato Aleksandros Memetaj due anni fa alla scuola di recitazione Fondamenta mentre si stava per diplomare. Dopo aver fatto due mesi di lezione sono rimasto affascinato dalle sue potenzialità espressive. Vedendolo lavorare ho intuito subito che Aleksandros aveva una ferita nascosta e che forse proprio quella ferita era la sua benzina per volere diventare attore. Ci siamo rivisti a fine corso in un bar perché mi interessava sapere del suo passato. Dopo aver ascoltato alcuni episodi della sua vita, ho invitato Aleksandro sa scrivere un monologo sulla sua storia e in meno di un mese è nato “Albania casa mia”. Eravamo d’accordo tutti e due di non volere scrivere uno spettacolo di denuncia sociale. Quello che mi aveva colpito del racconto era la difficoltà che aveva avuto nel cercare una propria identità ma anche il viaggio e l’ostinazione del padre per cercare di garantire un futuro a sua moglie e a suo figlio. Questo rapporto tra padre e figlio è molto forte nel testo e rende la storia universale.
Abbiamo lavorato fidandoci del testo, cercando di allontanare ogni forma estetica interpretativa fine a se stessa o inutili patetismi senza musica o luci ad effetto. Ho cercato di mettere Aleksandros nella posizione più scomoda possibile; solo, chiuso dentro i suo confini, quasi in gabbia alla ricerca di un riscatto tramite un racconto che diventa catartico per lui e quindi per noi. La sua azione fondamentale come attore non è solo quella di raccontare il suo passato ma quella di immaginare dentro di sé il desiderio di fare un salto che dopo un’ora di spettacolo gli consentirà di abbracciare il pubblico. Lo stesso salto che i suoi genitori hanno fatto ventiquattro anni fa dopo aver scavalcato un muro di quattro metri e tenendo in mano un neonato di cinque mesi, minacciati da pistole di alcuni poliziotti. Aleksandros durante le prove è stato generoso, instancabile, paziente, orgoglioso, determinato, ottimista proprio come suo padre non appena giunto nel Veneto, contento di lavorare in una pizzeria pur se ingegnere fisico.“Albania casa mia”è un racconto che può essere un buon antidoto alla depressione e alla crisi che ci viene sbattuta in faccia e con la quale dobbiamo fare i conti ogni giorno . Quel salto dal muro di quei tre essere umani, è un invito a non abbattersi e a non avere paura di ricominciare da capo, anche quando tutto sembra essere perduto.
Giampiero Rappa