Opening
venerdì 24 novembre 2017
Ore 19.00
L’artista sarà presente.
Intragallery
Via Cavallerizza a Chiaia, 57, 80121, Napoli
La galleria delle arti contemporanee Intragallery è lieta di ospitare nei suoi spazi espositivi di Napoli la mostra La geografia dell’anima, personale di Allegra Hicks, con testo critico di Mario Codognato, venerdì 24 novembre 2017, dalle 19.00 alle 21.00
Allegra Hicks, torinese di nascita, londinese d’adozione, napoletana nell’anima, ha studiato design a Milano e alla Parsons School di New York.
Designer di fama internazionale, sono molto noti i suoi tessuti e oggetti d’arredo, caratterizzati dal suo personale linguaggio simbolico, ispirato alla natura.
Per la prima volta a Napoli, in questa mostra verrà presentata la vocazione artistica più intima dell’artista, la quale, utilizzando tutti i media a lei cari, ricamo, inchiostro, acquerelli, ha realizzato un corpus di opere dedicate e ispirate al suo prescelto luogo dell’anima.
Con Napoli ha avuto da subito un incontro emozionale, una sorta di déjà-vu che le ha risvegliato un ricordo di appartenenza, sentendo la città come un luogo ritrovato, custode di un destino a lei affine.
La Hicks ha riconosciuto istintivamente l’animo femminile della Sirena, della Marianna che ha fondato la città e che la ancora abita, avvertendone istantaneamente tutto l’ardore, la passionalità, la bellezza e la sofferenza insieme, la sua magia e la sua ragione, la sua malìa e la sua astuzia. Per l’artista, Napoli è decisamente donna.
Questa visione emozionale, questo suo riconoscimento, ha sentito l’urgenza di raccontarsi attraverso i distintivi segni e simboli del suo linguaggio, segni che ritroviamo dipinti ed in parte ricamati su estrapolazioni di planimetrie storiche della città, riprodotte su lino.
E ancora, dialoghi con l’immaginario iconografico partenopeo sono stati reinterpretati dalla luce, che attraversa i ricami dei suoi lightbox, oggetti intesi come sculture che rimandano tracce del suo immaginario onirico, creando una sintesi di nuove suggestioni astratte e contemporanee.
Parallelamente, in esclusiva per Intragallery, verrà presentata in mostra la sua inedita linea di gioielli-scultura, sulla traccia delle opere in mostra.
Testo critico di Mario Codognato
Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e paure.
Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura.
D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domand
(Italo Calvino)
Una delle grandi innovazioni ed una delle grandi conquiste del secolo scorso è rappresentata dal tentativo da parte degli artisti di abbattere la barriera tra arte e vita e al contempo di trovare una sinergia ed una contaminazione tra le arti. Le immagini si affrancano dal puro ruolo di mimesi della realtà e si immergono e si coagulano con il flusso dell’esistenza, coi suoi continui cambiamenti, con le pulsazioni, con gli odori ed i suoni del mondo. Le immagini si fondono con gli oggetti di uso quotidiano o con quelli che specchiano ed abbelliscono accompagnandosi alla armonia del corpo.
Allegra Hicks segue questo percorso attraverso la sua originale reinterpretazione dell’immaginario partenopeo. Nessuna città al mondo, forse, riesce a far trasudare così senza tregua l’energia vitale che la contraddistingue, come se tutte le contraddizioni dell’umanità venissero a galla, attraverso il suo magma di storia e contemporaneità, di voci e rumori, di mare e di cemento, di cielo e di odori forti, di luce e di tattilità. E di colori, quei colori che Sonia Delaunay chiamava la pelle del mondo, rivestendo dipinti ed abiti, tessuti e automobili.
I dipinti e le opere di questa mostra, rendono tangibile questo legame tra elementi, solo in apparenza contraddittori. Come un alchimista, Allegra Hicks fonde disegni e materiali, colori ed oggetti in un unicum, che emerge come un qualcosa di nuovo e deliberatamente non riconducibile ad una definizione precisa. L’eterogeneità di questi materiali, dal tessuto alla lana, dall’inchiostro alla serigrafia, danno vita ad una sensuale sovrapposizione tattile, ad un accostamento ed un contrasto di quote, che riproduce inconsciamente lo stagliarsi ed il degradare della città dalle alture al golfo. Uno strapiombo visivo ed emozionale che Napoli offre quando vista dal mare, quando la luce e l’atmosfera si stagliano sull’umano e le sue ombre, sulle luci della metropoli. Un cambiamento atmosferico continuo, un sole di notte e un’eclissi perenne dall’oscurità dei vicoli, evidenziata dai lightboxes che Allegra Hicks ha creato per la mostra. Meridiane che segnano un tempo autonomo e corporeo.
Napoli riceve una nuova mappatura. Letteralmente e metaforicamente. L’immediatezza e l’impeto straripante e penetrante dell’inchiostro, la lentezza riflessiva e manuale del ricamo, ridisegnano lo stradario labirintico della città, adagiato come una trasparenza tattile sulla sensualità del lino. A volte come un magma sanguinante, a volte come un filo d’Arianna senza meta, il disegno interrompe la trasparenza delle mappe o delle vedute del Golfo, innescando un processo di simbiosi e di concatenazioni di rimandi tra l’immaginario partenopeo e la stilizzazione dei suoi segni sul tessuto. Gli Ex Voto ricamati in filo d’argento, popolano lo spazio urbano come attori sullo sfondo di una scenografia napoletana, mitica e al contempo in continuo divenire. Sembrano beatamente imprigionati nel dedalo della vita. Il rosso, in tutte le sue sfumature, dal rosso vivo del sangue appena sgorgato a quello scuro del sangue secco, si coagula sulla tela come una pioggia di lacrime, di ampolle, che partecipando all’immaginario collettivo del Sangue di San Gennaro, si espande alla sua simbologia universale. Il colore dell’interno del corpo, il colore dell’eros e della violenza. Sensualità e violenza, creazione e distruzione in un ciclo continuo, riprodotto dal gesto artistico sulle mappe, ora cornice raziocinante, ora ferita aperta e da riaprire.
Il sesso delle città, come quello degli angeli, non è forse davvero definibile e rappresenta una domanda senza risposta. Ma ognuno di noi inevitabilmente ha la sua attribuzione. Per Allegra Hicks, Napoli è certamente donna, seduzione, ventre, cavità, origine, calore. Figure femminili primigenie entrano in trasparenza con la città, con le sue mille grotte, vere od immaginarie, orecchiate o sognate, abitate da mostri o da sirene ammalianti. L’antro della Sibilla si riflette in ogni desiderio. Napoli rigenera se stessa.
Mario Codognato