Intragallery è lieta di partecipare alla cordata di riapertura delle “Gallerie di Napoli nel Contemporaneo” il 18 maggio 2020, con l’esposizione “L’albero di Pitlo” di Eugenio
Giliberti, dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 19.30, per una visita privata in presenza dell’artista, esclusivamente su appuntamento.
Si riparte dagli alberi, in particolare da quelli di mele, testimoni del progetto di arte partecipata Orto Civile, di Eugenio Giliberti, focalizzato intorno ai rapporti tra cura della terra e alimentazione, città e campagna, tradizione “moderna” e “riscoperte innovative”.
Da circa 10 anni questi alberi, situati nella Masseria Varco di Rotondi, sono catalogati da Giliberti attraverso fotografie, e poi studiati attraverso disegni o dipinti.
Di ciascuno di essi l’artista raccoglie la storia nei suoi data base.
Quest’ultima serie, presentata in galleria, è una variante del progetto.
Le piante del meleto non sono rappresentate con il disegno o la pittura ma con le fotografie, che sono la base dei cicli di data base, ritoccate manualmente con l’ausilio di una tavoletta digitale, una sorta (e così li chiameremmo d’ora i poi) di foto – disegni digitali dove il paesaggio è scomparso e gli alberi, come nei disegni, si stagliano spogli sul fondo bianco.
Alla fine di un lungo lavoro ne verranno fuori tre serie di immagini:
una prima serie con le foto così come sono, rapidamente riprese in campagna e poi scontornate digitalmente, una seconda con l’immagine solarizzata, una terza dove per ogni pianta Giliberti ingrandisce un dettaglio del groviglio dei rami. Si realizzano così per ogni pianta del meleto un trittico di immagini del database 2019/2020.
Nella galleria sarà possibile trovare i primi 9 trittici, per un totale di 27 foto – disegni digitali, editati nel numero di 100 copie, firmate e numerate*. Sarà possibile acquistare ciascun foto-disegno al prezzo politico di 50,00 euro, per diffondere, in particolare in questo difficile momento, quel pensiero di cura sotteso al lavoro di Eugenio Giliberti, e che potrebbe essere anche uno spunto per intraprendere una collezione di arte contemporanea su questo tema, offrendo a tutti la possibilità di acquisire il lavoro di un artista istituzionalmente riconosciuto.
Ma da una delle immagini “vecchie” del database, il disegno a matita di un albero caduto nella stagione 2018/2019, deriva una suggestione, il titolo della mostra e una ricerca in cui Giliberti coinvolge in questa occasione anche il pubblico della galleria.
“L’albero caduto, dipinto di scorcio da Gabriele Smargiassi, aveva attirato la mia attenzione. Mi sembrò di riconoscervi un particolare di un quadro di Pitloo, “monaci nel bosco di Sant’Efremo”, un quadro che ho molto frequentato fin dall’infanzia.
Smargiassi, l’allievo. Cerco notizie di quel quadro da diversi anni, prima di tutto per confermare la mia intuizione, poi per riprodurre l’albero di Smargiassi che lì è il solo oggetto dell’immagine, come lo sono ì miei meli del “database”. Come il mio n. 5, caduto nella scorsa stagione.
Nell’ipotetica, per ora, mia grande mostra che si chiamerà “Orto Civile” e racchiuderà, tra l’altro, tutta l’esperienza della mia vita in campagna, questo quadro non potrà mancare.
Un cerchio che si chiude in una singolare coincidenza: Anton Pitlo, che al suo cognome aggiunse una o per non perdere il vantaggio dell’essere straniero, ché il semplice Pitlo aveva sonorità troppo italiana, muore nel giugno del 1837, un altro forestiero la aveva preceduto solo di otto giorni, era il mio dirimpettaio Giacomo Leopardi. Tutti e due, oggi, miei fratelli minori”.